Questo articolo lo scrissi per News Republic, per il primo aprile 2015.
Enjoy!
Atlantide: la mitica città affondata da Poseidone, una leggenda che si narra da sempre, pare ora che non sia più un racconto fantastico.
Un gruppo di studiosi partiti ai primi di marzo per una spedizione nell’Oceano Atlantico, ha fatto una scoperta che cambierà per sempre le loro vite.
Il gruppo, composto da: Scott Dowson, Patrice Jaquline, Henrik Sadizlak, Robert Mc. Douglas e Hitano Matemoto, nel corso di alcune ricerche volte a migliorare i danni creati dall’uomo all’ecosistema marino, si è imbattuto nei resti di quella che potrebbe essere realmente chiamata “Atlantide”.
Dowson ha affermato con eccitazione: “Abbiamo già fatto due spedizioni come questa nell’oceano Indiano e nel Pacifico. Ci è capitato di trovare relitti affondati, pesci magnifici in via di estinzione, ma mai una cosa simile!”.
Trascorsi alcuni giorni dall’inizio della spedizione, il gruppo iniziò a spostarsi più al largo; e una volta immersi in uno dei punti meno esplorati della zona, sotto alcuni chilometri, iniziarono a trovare i primi reperti di civiltà antiche. “Inizialmente abbiamo visto alcuni resti antichi” continua Dowson “Si trattava di colonne, case, templi e palazzi che ricordavano vagamente l’architettura degli antichi Greci ed Egizi…”.
Gli esploratori iniziarono ad inoltrarsi in una città che già dalle prime mura emanava un alone di mistero; niente la ricollegava ad alcuna città o popolazione conosciuta all’uomo fino ad ora.
Finita sommersa dopo un’innalzamento del livello dell’acqua, avvenuto nel corso dei millenni, la città appariva inizialmente straordinariamente antica.
Le ricerche presero quindi una svolta, cambiando obiettivo, furono anche eseguiti dei test. Uno dei quali, il Carbonio 14, ha datato le rovine risalenti al 9000 A.C., lo stesso periodo in cui vissero i Sumeri e i Babilonesi.
Ricostruendo lo schema della città, si è potuto vedere quanto fosse evoluta rispetto alle altre popolazioni dell’epoca. Presentava un complesso sistema di trasporto dell’acqua e uno stile architettonico molto resistente, conoscenze che appunto erano ancora ignote in quel periodo. Ma le cose che lasciarono con maggior stupore, furono i molti reperti e tavole incise rinvenute, nessuno è stato però in grado di decifrarle.
Tutto fece pensare ad Atlantide e agli scritti di Platone, ma non era ancora il caso di battezzarla come tale.
Addentrandosi nelle vie della città sommersa, alla fine di quello che sembrava un vicolo cieco coperto, notarono tramite una sonda che vi era un’apertura sul soffitto, la quale conduceva ad una grotta sottomarina.
Il 15 marzo, Scott, Patrice e Hitano, s’immersero fino alla grotta e arrivarono al suo fondo. Uscendo dall’acqua si ritrovarono in una città sotterranea… o meglio sottomarina, in questo caso.
Era indubbiamente appartenuta agli stessi abitanti della città sottostante, con l’unica differenza che questa era ancora abitata. “Potete solo immaginare il nostro stupore” dice ora Patrice “quando vedemmo quei centinaia di abitanti che ci fissavano, forse stupiti quanto noi“.
Molti quesiti sono sorti spontanei, ad esempio: come ha fatto un popolo a sopravvivere per tutto quel tempo nel sottosuolo?
Il 18 marzo alcuni linguisti, archeologi, studiosi ed esperti di lingue antiche sono subito corsi sul posto e si stanno impegnando tuttora per tradurre ed apprendere la lingua di quel popolo.
Finora sono riusciti a scoprire che la grotta è collegata ad un’isola, ma vista la catastrofe accaduta precedentemente, gli abitanti del luogo hanno scelto di vivere nel sottosuolo.
Secondo gli esperti si tratterebbe davvero di Atlantide, e ciò potrebbe farci scoprire molti degli antichi misteri della storia.
La notizia è stata resa pubblica il 29 marzo e non ci sono ulteriori aggiornamenti per adesso. Nel frattempo non ci resta che rimanere con il fiato sospeso.
La spedizione, per nostra gioia, sta pensando di aprire un sito internet dove caricare le foto scattate per condividere con il mondo questa meravigliosa scoperta.
Speriamo di vederle presto per tuffarci in un mondo antico!
Articolo di Eleonora Zaupa.
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