Come non scrivere Fantasy

Molti autori iniziano il proprio percorso da scrittori con il Fantasy. Forse hanno visto alcuni film, gli piacciono i draghi e la magia. O magari davvero hanno letto qualche libro di questo tipo. La maggior parte dei cliché (e degli errori), però, sono sempre gli stessi. Vediamone qualcuno.


Premessa: ovviamente ogni elemento, se giostrato in una storia con sapienza, può essere usato e apprezzato. Questi sotto non sono punti da evitare assolutamente, ma c’è da ricordare che sono usati e stra-abusati quindi, se siete alle prime armi, vi consiglio di cimentarvi in qualche racconto e di testare le vostre abilità, nonché affinarle.

Tale articolo non è rivolto agli scrittori già navigati, ovviamente, ma a chi si approccia a questo genere per la prima volta avente come letture una manciata di libri.

È chiaro che esistono tanti generi di Fantasy e sotto categorie, ma qui vedrò solo il filone più conosciuto.


Nonsense – “È un Fantasy, mica deve avere tutto un senso o una logica”. Questa frase mi è stata detta parecchio tempo fa, e la metto al primo posto. Ogni cosa, in qualsiasi libro, deve avere un senso. Non potete scrivere che un pesce, che sta in un lago, parla al protagonista perché non sapete come fare arrivare una certa informazione al personaggio e quindi non avete idea come proseguire con la trama. Soprattutto se i pesci, nella vostra storia, non parlano. Ogni cosa deve avere una logica e un senso.

Una piccola parentesi ci va per l’amato Alice Nel Paese Delle Meraviglie, che i nonsense sono molteplici, eppure essi hanno comunque un filo logico. Secondo la mia lettura, si tratta di un viaggio nella mente di Alice e dei suoi numerosi problemi mentali. E, siccome è tutto visto dagli occhi di lei, poco possiamo sapere se lo strano mondo delle Meraviglie è così come ce lo presentano, oppure se la mente della bambina lo muta.

Elfi – Gli elfi sono belli, alti, magri. Gli elfi femmina sono la stessa cosa, solo più attraenti. Dopo che Tolkien ha dato nuova forma a queste creature, gli autori hanno usato – e abusato – degli elfi per farne eroi e protagonisti. Provate a usare degli umani, oppure razze meno consuete come gli orchi.

Lingua – Tolkien ha creato una lingua per gli elfi ma voi lasciate stare se non avete competenze in merito. Non è necessario digitare lettere a caso per trovare nuovi termini; il vostro libro non sarà più interessante se gli incantesimi lanciati saranno accompagnati da parole come: “Jdism! I-bdon!” (Non copiate le lingue degli altri autori!).

Razze – Abbiamo capito: gli elfi sono belli e vivono nei boschi. Gli umani sono guerrafondai e vivono nelle città. I nani sono fabbri e vivono nelle miniere sottoterra. Gli orchi sono bruti e sporchi e vivono in villaggi con capanne di pelle animale. Nessuna di queste sono razze che esistono nella realtà, quindi provate a creare qualcosa di nuovo. Umani relegati sotto terra perché altrimenti gli elfi li cacciano e uccidono. Gli elfi vivono nelle città con gli orchi come schiavi. Perché no, gli orchi si ribellano e causano una guerra per la loro libertà rubata. Potete anche usare l’originale figura degli elfi: esseri piccoli pochi palmi che vivono nei boschi e nei fiori. Consiglio la lettura di: “I Dannati di Malva”, Licia Troisi. Con dei Drow come protagonisti, ha creato un’opera coinvolgente.

Questo non significa che non potete usare le classiche descrizioni delle razze, ma vi sto solo suggerendo di usare la fantasia e di creare qualcosa di nuovo, che non fa mai male.

Talismano – Tolkien ha avuto una bella idea con l’Anello, ma abbiamo già visto oggetti magici che andavano protetti o che sono serviti per sconfiggere il nemico. Basti guardare Excalibur di Re Artù. Il Talismano del Potere di Nihal (Licia Troisi). Nel Fantasy c’è bisogno di originalità, adesso!

Copiare – Purtroppo, qui ci va una nota dolente. Ero a una fiera qualche tempo fa, Bassano Magica, e ho avuto modo di parlare con un autore perché millantava di aver creato un mondo vasto (lingua compresa!). Quando gli ho chiesto come avesse creato il suo linguaggio, ha detto di aver usato l’elfico di Tolkien con il tono di qualcuno che avesse avuto una genialata fuori dal comune. Ovviamente, ho cambiato idea e non ho acquistato il suo libro, pensando a come io mi sia impegnata per portare contenuti originali e un mondo vasto in “Erkalya”, e quindi non avevo motivo di discutere con una persona che copia il lavoro altrui. Sì, perché questo si chiama copiare e lucrare sugli studi di un altro autore. Prendere un elemento presente in un contesto, e metterlo nel proprio, significa creare un collegamento tra i due mondi, un cross-over che l’autore originale forse non apprezza. Ma Tolkien non c’è più, e quindi non serve il suo consenso… (Non copiate!)

GDR – Giocate a Dungeons & Dragon? Bene. Avete fatto una partita avvincente ed emozionante? Bene. Ma non scrivetela! Ciò che è fatto per essere giocato, non è fatto per essere letto. Ovviamente, chiunque abbia giocato di ruolo e ai videogames sarà condizionato e questo non è un male, l’importante è distinguere le due cose.

Draghi – I draghi sono belli, piacciono a tutti. Sono maestosi e potenti. Incendiano villaggi e causano danni, oppure sono alleati dei Cavalieri. Non inseriteli se non servono nella trama. Se dovete scomodare un drago solo per fargli incendiare il villaggio di turno, optate per qualcos’altro.

Anche qui, non sto dicendo di non inserirli. Ci possono essere storie bellissime incentrate su queste creature, per esempio “Eragon” di Paolini e “Il Drago di Ghiaccio” di Martin. Ma, per favore, usateli perché hanno un senso e non perché sono belli.

Incipit – Molti Fantasy iniziano con un villaggio che viene distrutto. L’unico sopravvissuto è il protagonista. Il protagonista è spesso superstite di un attacco nemico, o che sembra esserci stato senza un motivo, e sarà mosso dalla vendetta o dalla giustizia. Evitiamo. Evitiamo anche il protagonista che si è salvato per miracolo dall’omicidio della sua intera famiglia. Tutti tagliati brutalmente a pezzi, a parte lui perché era creduto morto o si era nascosto.

Nessun problema se iniziate il libro in questo modo, ma sappiate usare questa scena con maestria, perché si è visto e rivisto.

Protagonisti sfigati che diventano eroi – Il sogno di tutti, non è credibile. Ben vengano i protagonisti sfigati che restano sfigati, oppure che hanno un percorso evolutivo grazie agli eventi che intercorrono, ma non trasformate un ragazzo pigro, nerd, magari grassoccio e che ama dormire in Batman.

Scene erotiche – Martin le usa, sa come farlo, ma non sono necessarie in un Fantasy. Il lettore potrebbe storcere il naso se un attimo prima l’eroe sta combattendo e poi si trova a letto con una fanciulla (o un fanciullo). Insomma: usatele con un senso. È bello vedere come i personaggi allacciano i rapporti con gli altri, ma non inseriteli se l’unico scopo sia quello di fare sembrare il libro più maturo.

Medioevo – Dove lo ambienterete il vostro Fantasy? Probabilmente nel medioevo. Di quale epoca? L’epoca buia in cui c’era la peste? Oppure in una vichinga? Ci sono troppe storie scritte da autori che non si sono informati, nemmeno un po’, riguardo al medioevo, eppure lo usano comunque per le loro trame. Sarebbe bello mettere anche un po’ di mitologia, no? Coerente, ovviamente, con la storia. A tal proposito mi ricordo “Prigioniera dell’inverno”, un romanzo interessante ambientato nell’epoca vichinga e che inserisce elementi mitologici.

Ambientazioni – Queste sono una cosa fondamentale per un Fantasy. Chi legge questo genere desidera uscire dal proprio mondo per entrare in uno magico e diverso. Allora diamoglielo! Descriviamo il nostro mondo e le ambientazioni, ma senza annoiare. Descrivete solo se ne vale la pena. Al lettore non interessa sapere che il cielo è blu e che si incendia al tramonto. Vuole vedere le immense lande solcate dalle rocce ricurve, lavorate per secoli dalla manodopera nanica. I prati di cristalli che, al sole, risplendono scagliando riflessi sui tronchi bianchi degli alberi.

Non fraintendetemi: potete scrivere “Quel giorno, il cielo era ricoperto da un manto stellato” perché dovrete pur dire in qualche modo se è notte o giorno. Ma non limitatevi ad ambientazioni pressapochiste. Anche: “La città era invasa dalla vegetazione e gli alberi perforavano i tetti” è decisamente lacunoso. Ricordatevi la regola dello Show Don’t Tell. La frase “poi se lo immaginerà il lettore” denota una scarsa competenza in materia e poca voglia di applicarsi per creare dei buoni contenuti.

Ricordo il libro Ex Tenebris, che presentando un mondo plumbeo e cupo, dà una bellissima ambientazione del luogo, mostrando al lettore come Nocrurnia (il mondo) sia andato decadendo fino a quel punto. Non ci sono draghi, elfi o gnomi, ma demoni, negromanti e maghi. Un fantasy che io vi consiglio di leggere.

Combattimenti – I vostri personaggi usano la spada? Ok, ma sapete come se ne maneggia una? Sapete qualcosa di scherma storica? Allora andate a studiare un po’. Vi sarà utile sapere cos’è un tiro sgualembro e altre tecniche. Magari non per riportare i termini, ma per descrivere scene realistiche di combattimento. Libri come “L’Anonimo Bolognese” sono trattati storici che vi consiglio per un po’ di cultura al riguardo.

Il linguaggio – Se siamo nel medioevo, i personaggi non potranno mai parlare come noi. Non avranno i nostri modi di dire. Nessuno potrà mai affermare: «Sta fumando la pipa come una ciminiera/ come un turco». «È la pecora nera della famiglia». Perché quel mondo si è sviluppato in modo differente dal nostro.


Come è ovvio che sia, non ci sono solo libri che riportano queste classiche ambientazioni e questi classici elementi. Basti pensare a “Narnia”, a “Stargate” (non il film), “L’assassino Di Shandar”, “Immortal” o al “Blackwaterfall – Città Fantasma” ambientato ai giorni nostri. Anche “Il Codice Delle Creature Estinte” è un Fantasy molto particolare.

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