Perché si discute tanto dell’editoria a pagamento (EAP)? Perché molte persone la vedono come la morte personificata?
Immaginate di prendere in mano il vostro libro. Gettatelo nel cestino e poi dite a tutti cosa avete fatto. Ecco, questa è l’editoria a pagamento.

Nei miei anni ho visto cose davvero allucinanti, come il fatto di spedire una copia gratuita molto economica a un autore pur di convincerlo a pubicare con suddetta EAP. Ho letto SMS che dicevano: “Voglio investire sul tuo libro, quindi per 130€ ti stampo venticinque copie del libro. Cinque vanno a te, cinque per il deposito legale e le restanti saranno pronte per chi lo ordina”.
Anche altre cose, davvero tremende, non mi hanno risparmiato dei brividi lungo la schiena; come: “Se non è l’autore la prima persona a investire su se stesso, come potrebbe farlo un editore?”
Se un datore di lavoro facesse questo ragionamento, direbbe così: “Va bene, ti assumo molto volentieri perché credo in te. Dovrai darmi 1000€ al mese per poter lavorare nella mia fabbrica, così potrai dimostrarmi che sei in gamba. Alla fine, sono io che servo a te.”
Parliamo di pubblicazioni pagate care, in cui l’editore svolge il solo lavoro di stamperia. Zero pubblicità, zero promozione, zero correzione del libro.
Il problema più grande dell’editoria a pagamento non sono tanto gli scrittori che pubblicano con loro, ma le case editrici che non eseguono un minimo di valutazione. Accettano tutti i manoscritti che giungono alla redazione, fanno un preventivo e lo inviano all’autore sotto forma di contratto. Così facendo, qualsiasi libro, buono o meno, sarà pubblicato e ormai i lettori hanno le scatole piene di leggere ciarpame rilegato. Molti, preferiscono leggere un libro delle CE big, piuttosto di un editore o autore sconosciuto.
Quindi, chiuderò questo articolo dicendo solo: date valore alla vostra opera, non buttatela via dandola a un editore a pagamento, ma optate per una casa editrice gratuita (e seria) che non vi fa comprare nemmeno una copia per la pubblicazione: un autore non deve spendere nemmeno un centesimo.